L’ipermetropia è un difetto di vista in cui i raggi luminosi provenienti da un oggetto situato all’infinito vanno a fuoco dietro alla retina (occhio troppo corto o cornea troppo piatta). L’ipermetropia può essere oltre che congenita, anche acquisita per alcune patologie oculari (esempio cataratta corticale, edema maculare, asportazione del cristallino).
L’ipermetropia si può essere compensare, entro certi limiti, sfruttando l’accomodazione, il meccanismo naturale che permette all’occhio la messa a fuoco: ciò consente di vedere nitidamente, ma lo sforzo esercitato può provocare affaticamento.
Cefalea frontale, blefarite, stanchezza, voglia di stropicciarsi gli occhi accompagnano spesso una visione nitida ma con sforzo visivo.
Come si corregge l’ipermetropia?
Per riportare i raggi di luce a fuoco sulla retina si possono adottare occhiali con lenti convergenti (positive) che portano il fuoco a coincidere con la retina o delle lenti a contatto.
In caso di ipermetropia superiore alle 4-5 diottrie, i risultati migliori si ottengono con l’impianto di lenti fachiche conservando il proprio cristallino, generalmente in età compresa tra i 20 e i 40 anni, o con l’impianto di lenti intraoculari previa sostituzione del cristallino con laser a femtosecondi, se superati i 40 anni.
Tali lenti intraoculari (IOL), inoltre possono essere: monofocali, bifocali, multifocali, refrattive, accomodative o toriche, qualora l’ipermetropia sia associata ad astigmatismo.
Tale incurvamento può essere effettuato sia con la tecnica Lasik che con laser PRK.